Centro Cardiologico CADEDDU: Ricerca Cardiologica

Cardiologo e Cuore, nuovi valori per valutare il rischio.
Proteina C-reattiva e fibrinogeno possono aiutare nella prevenzione.
Aggiungere la misurazione dei livelli di proteina C-reattiva e del fibrinogeno potrebbe aiutare la prevenzione in termini di eventi cardiovascolari. Nello specifico, sarebbe un valido aiuto per quei soggetti a rischio intermedio di evento cardiovascolare; su 400-500 soggetti sottoposti a screening, la valutazione di questi due livelli, oltre ai normali fattori di rischio cardiologico, potrebbe prevenire un evento aggiuntivo nel periodo considerato di 10 anni. A dirlo è uno studio realizzato dall'Emerging risk factors collaboration, un'organizzazione internazionale di ricercatori il cui centro di coordinamento si trova presso l'università di Cambridge.
I ricercatori hanno esaminato i dati di 52 studi prospettici che hanno coinvolto un totale di oltre 245 mila soggetti senza malattie cardiovascolari. Al modello prognostico i medici hanno aggiunto le informazioni sulla proteina C-reattiva e e fibrinogeno, il che ha portato a un decisivo miglioramento di riclassificazione, rispettivamente, di 1,52% e 0,83% nelle categorie di rischio cardiologico stimato a 10 anni di grado lieve (<10%), intermedio (da 10% a <20%), ed elevato (maggiore o uguale a 20%). Stando alle conclusioni, se si impiegassero soltanto i fattori prognostici tradizionali, su 100 mila adulti di o maggiori di 40 anni, verrebbero classificate a rischio cardiologico 15025 persone.
Di queste, 13.199 non sarebbero candidabili a terapia cardiologica con statine in base ai criteri dell'Adult Treatment Panel III – ovvero in presenza di rischio stimato maggiore o uguale a 20% o di altre patologie come il diabete, indipendentemente dal rischio stimato a 10 anni. Se si aggiungono invece i due valori succitati si registrerebbe una riclassificazione del 5,2 per cento e la conseguente prevenzione di altri 30 eventi cardiovascolari nel corso di 10 anni, altrimenti non individuabili.