Centro Cardiologico CADEDDU: Cardiologia e Stress

I turni fanno male al cuore.
Lo stravolgimento dell'orologio biologico e il ruolo della melatonina.
Chi lavora di notte rischia grosso. Il rischio di soffrire di attacchi cardiaci è infatti superiore a chi lavora durante il giorno. A dirlo è uno studio cardiologico pubblicato sul British Medical Journal da un team dell'Università dell'Ontario. Lo studio cardiologico ha preso in esame un totale di oltre 17 mila eventi cardiaci, giungendo alla conclusione che il rischio di crisi coronarica è del 24 per cento più alto per i turnisti, mentre è superiore del 5 per cento il pericolo di un ictus.
Il problema cardiologico per chi lavora di notte è legato soprattutto alle difficoltà nel riposare adeguatamente e all'impossibilità di seguire una dieta equilibrata, come spiegano gli autori: "chi fa turni notturni non ha un periodo ben definito di riposo. I lavoratori sono in uno stato di perpetua eccitazione del sistema nervoso, il che porta a conseguenze negative per obesità e colesterolo. Programmi di screening dovrebbero essere messi in atto per identificare le persone più a rischio". Non è la prima volta che i ricercatori sottolineano rischi del genere. Una ricerca pubblicata su PloS Medicine evidenzia il pericolo di insorgenza del diabete nei turnisti, con un incremento di oltre il 60 per cento se il lavoro su turni si prolunga per vent'anni.
I ricercatori dell'Inperial College di Londra hanno pubblicato su Nature Genetics i risultati di un'analisi sul ruolo svolto dalla melatonina, l'ormone che regola il ciclo sonno-veglia, riguardo le probabilità di sviluppare il diabete e le patologie cardiovascolari, in relazione ai mutamenti ormonali prodotti dal lavoro su turni. La melatonina è responsabile del ciclo sonno-veglia e di alcuni effetti come la sonnolenza e l'abbassamento della temperatura corporea. I ricercatori britannici hanno scoperto che i soggetti con mutazioni del gene MT2, recettore della melatonina, rischiano sei volte di più rispetto alla media di sviluppare il diabete. La melatonina regola anche il rilascio dell'insulina, la quale a sua volta regola il livello di glucosio nel sangue. Proprio queste mutazioni sarebbero al centro di un'alterazione del rapporto fra melatonina e rilascio dell'insulina. Si tratta di una serie di mutazioni genetiche abbastanza rara, ma potenzialmente molto pericolosa per lo sviluppo della patologia cardiologica e non solo.
Lo studio, condotto dalla nutrizionista dell'Università di Harvard An Pan, ha messo sotto la lente di ingrandimento i dati di oltre 170 mila infermiere che hanno partecipato a due diverse indagini epidemiologiche sulla salute femminile. La nutrizionista si è concentrata sul nesso fra i turni di notte e lo sviluppo del diabete, scoprendo che per ogni anno di turni di notte che si accumulava, cresceva anche l'incidenza di diabete nel campione. L'epidemiologo Mika Kivimaki dello University College di Londra spiega: “il lavoro a turni è molto frequente, si stima che interessi circa un quinto dei lavoratori in tutta Europa. Per questo, se come pare sempre più evidente è connesso a un maggior rischio di patologie serie come il diabete, è opportuno pensare a strategie che migliorino la qualità della vita dei turnisti. Le cause che lo rendono 'pericoloso' risiedono nel fatto che i turni interferiscono con il normale ciclo sonno-veglia regolato dal nostro orologio biologico: sappiamo che questi squilibri ad esempio facilitano la resistenza all'insulina e aumentano l'appetito e la tendenza ad accumulare chili di troppo, ma anche che i turnisti mediamente sono più sedentari. Tutto questo incide sulla probabilità di sviluppare il diabete”. Un'altra ricerca inglese aveva messo in luce l'esistenza di un nesso fra la melatonina e un maggior rischio di insorgenza del diabete di tipo 2.

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